domenica 28 dicembre 2008
un po' seria...un po' la solita tze!
non sono i 1000 chilometri che mi separano dall'italia che mi hanno cambiata ma le vite delle persone che ho ascoltato, spiato, bevuto, divorato, cercato e annusato.
durante il pranzo di natale le mie orecchie non sentivano i discorsi intavolati attorno alla tavola ma riecheggiavano di djambé della guinea, di parole albanesi e di accenti orientali.
la mia esperianza non è che un breve passaggio prima di affrontare altre imprese, uno dei tanti momenti che siamo costretti a subire per poterci evolvere, eppure non sono mai stata così disorientata come ora.
mi sento estremamente sola in mezzo alla folla ma ora mi manca la solitudine difficilmente conquistata in questi mesi, dopo semestri passati ad organizzare feste ed eventi e dover spegnere il cellulare per dormire.
ho imparato a vivere da sola, a sbagliare da sola, a piangere da sola, a mangiare da sola, a dormire da sola.
eppure mi manca il nido caldo ed accogliente dei miei genitori. credo non si possa mai finire di essere figli.
dopo riflessioni intimiste: cecilia show!
premessa sucette=lecca-lecca; chaussette=calza.
altra premessa: non sapevo cosa fosse una sucette prima di questo giorno.
6 dicembre (giorno di San Nicola, festività molto sentita nel Nord Europa, anche piccola Tze riceveva dolci quando era piccola e abitava in Austria); dialogo tra bimbo di 6 anni armeno residente del centro e Cecilia:
bambino: madame Cecilià, posso avere una sucette?
Cecilia (stupita): devi chiedere alla tua mamma le chaussettes! è lei che se ne occupa!
bambino: ma San Nicola ha portato a tutti i bambini una sucette! posso averne anche io?
Cecilia (comprensiva): no, sono le loro mamme che gliene hanno procurate!
bambino (convinto e un po' arrabbiato): no, madame Cecilià, è San Nicola!
Cecilia (molto convinta e all'inizio dell'incazzatura): no, è la mamma che se ne occupa, devi chiederlo a lei, San Nicola porta dolci, non chaussettes!
bambino demoralizzato si allontana.
Cecilia torna a casa e la sua coinquilina le regala un lecca-lecca a forma di Titti...chiamandolo SUCETTE!
...ops...
giovedì 13 novembre 2008
come posso essere degno?
dato che la mia collega è in vacanza (e ci resta un mese e mezzo!) Cecilia è da sola alle prese con una ventina di bambini piagnucolanti e talvolta puzzolenti (ma ammetto, sempre divertenti!) che, per sua immensa gioia...hanno avuto una settimana di vacanza prima di halloween: vacanza per loro, lavoro doppio per me! in una settimana abbiamo trasformato la mensa del centro in una lunapark da brivido: streghe, mostri e animatori travestiti per spaventare i bambini. il risultato? nessun bambino si spaventato... ma possibile che non abbiano paura nemmeno dei lupi mannari?? bah...forse dopo essere sbarcati a lampedusa non si teme nemmeno il diavolo in persona...
dopo una settimana full immersion nel fantastico mondo dei bimbi arrivano la delegazione italiana (Alce Nero) e la delegazione francese a Bruxelles in occasione di un progetto di scambio sulla democrazia partecipativa patrocinato dall'UE...e Cecilia è la traduttrice ufficiale!! (anche al parlamento europeo per un conferenziere...uhuh...ehm...scusate il moto d'orgoglio...). sta di fatto che non è tanto tradurre che mi rende particolarmente stanca quanto dormire tre ore a notte (dovrò pur fare da cicerone nella notte bruxellese, no?!)...e assaggiare la birra: alla ciliegia, al lampone, al cioccolato (bleah...), al mirtillo, al mango, alla pesca...insomma, è faticoso!!
dopo baci, abbracci e scambi di indirizzi msn. con le delegazioni gallica ed italica...back to rixensart (dove ho ricevuto una "romanticissima" proposta di matrimonio da parte di un ragazzo afghano...che si chiama armani...) ...dopodiché back to italy!!
ah...amo i revival...e fare la doccia in un bagno vero!!...e pulito...
ritorno non più di tanto traumatico a bruxelles (andata e ritorno: mi sono addormenatata prima del decollo e svegliata con gli applausi dei passegeri per complimentarsi per l'atterraggio).
mercoledì due ragazzi rom mi chiedono le chiavi della sala fitness...che io non ho. dico loro di chiedere alla reception ma là non gliele danno (perchè in relatà non le avevano, perchè già prestate); loro, però, non capiscono bene il francese e la signora alla reception non si è sforzata più di tanto a spiegare loro il motivo per cui non gliele dava. tornano da me e mi chiedono di andare in persona là perchè a loro non vengono consegnate e il più grande (un anno in più di me, 2 figli...e il terzo in arrivo) mi chiede: como posso essere degno di avere qualcosa quando lo chiedo? perchè qualcuno è sempre più degno di me? come si diventa degni? allora, non ha avuto le chiavi per un malinteso...ma ascoltare quel lamento di disperazione...e rassegnazione...mi ha lacerato il cuore. conclusione: dopo vari giri a vuoto (loro e miei) alla ricerca della chiave, l'hanno avuta.
la descrizione della proposta di matrimonio nella prossima puntata.
bonne nuit
sabato 25 ottobre 2008
Una kriek tira l'altra....
Uau...
Al centro grande clima di festa, tutti in cerchio a pianificare il futuro di Oualid che ora comincia a cercarsi una casa, un lavoro...insomma, può costruirsi una vera vita. ...finchè non si avvicina Burim (20 anni, kosovaro albanese)...in silenzio, triste. Lui no, lui ha ricevuto "le negatif" dopo un anno passato ad aspettare...aspettare...e aspettare.
Ieri Burim, io e altri residenti di Rixensart siamo andati ad un concerto. Durante la pausa lui mi guarda con due grandi occhi neri e mi chiede: non hai qualche amica belga che vuole sposarmi? Istantaneamente cominciamo a ridere ma subito ci fermiamo, sappiamo tutti e due che non era una battuta ma la voce dell'amarezza e della disperazione.
Ho invitato un po' di gente a cena da me stasera: oggi pomeriggio Elva e Cecilia, laboriose, hanno cucinato: un piatto tipico peruviano a base di patate e aglio (ah...che bontà), una salsa a base di verdure per accompagnare il pane marocchino, la pasta "cipolla e formaggio"...c'era un clima tutto bolognese stile via delle Casse 4 (peccato che non c'erano le mie coinquiline...fedeli compagne di vita e di viaggio...). Vediamo se la serata sarà un successo e se i rinomati Cecilia's parties potranno essere esportati anche en Belgique...(intanto...un bagno piccolo c'è).(chiedo venia per i riferimenti bolognesi...ma sono stata colta da un momento di nostalgia...).

Perle di saggezza. Tony, 5 anni: non ci si può buttare giù dalla finestra, altrimenti si rischia di cadere sulle persone che si trovano sotto quella finestra.
A tantot...
domenica 5 ottobre 2008
Un mese, nessun rimpianto, centomila volti (di centomila colori)
Davanti a un foglio (elettronico…sigh) bianco…scappano le parole che si susseguono nella mia testa…
In queste settimane ho sperimentato lo spettro completo delle emozioni umane…
Il bilancio del mio primo lungo mese a Bruxelles è positivo. Ma che fatica.
Oggi ho salutato HCB (Happy Center Boy) e suo fratello: se ne vanno in Giordania. Così i miei amici se ne vanno. Abbiamo deciso di non dirci addio ma il loro au revoir mazmazel era una bugia: sappiamo che non ci vedremo mai più…non resta che frugare tra gli angoli della memoria per ridere un po’ delle nostre cazzate (tipo: ci hanno chiuso nella metro perché dopo l’ultimo treno non siamo usciti dalla stazione…e abbiamo dovuto chiamare Monsieur Metro all’una di notte per farci liberare…).
In questo mese non sono mancate delle Ceciliate: mercoledì ho ricevuto il primo incarico importante al centro, cioè accogliere 2 stagisti alle h11 e mostrare loro il centro e i vari servizi…ebbene: Cecilia ansiosa si è presentata sul binario 7 della Gare du Nord alle h9.30 (il treno è alle ore 10.52)…attendo…attendo…arriva il treno: salgo; nel mentre cambiano il tabellone elettronico e parte un annuncio vocale: quel treno non va a Rixensart!! Ehm…MA CHI CAPISCE GLI ANNUNCI VOCALI?? Si chiudono le porte…il treno parte…e leggo distrattamente la direzione: Leuven…nella mia testa congelata si accende una lampadina (troppo tardi)…Leuven????? Non è la mia direzione #%&!§ Scendo alla prima stazione: Schaarbeek (leggi: il Bronx). La stazione è deserta, l’annuncio vocale guasto, nessun tabellone elettronico, orari scarabocchiati…in quel momento avrei voluto piangere. Ma alla fine me la sono cavata (e, ovviamente, sono arrivata in ritardo al mio primo incarico uffciale).
Intanto continua l’emergenza freddo in rue Ptagere 58…mentre scrivo in cucina ho acceso 3 fornelli per scaldare la stanza.
lunedì 22 settembre 2008
Mi sento Salman Rushdie
La mia settimana comincia con un bellissimo risveglio h6:30 per andare a scuola di francese...dove scopro che una terribile fatwa pende sulla mia testa.
La professoressa ci dona un topic di discussione: il razzismo...e il dibattito scivola inevitabilmente sul tema religione (ricordo: la mia classe è composta da 10 ragazze di cui 7 musulmane praticanti di cui 3 portano il velo) e la mia vicina di banco avvolta nel suo scafandro mi annuncia severa che sono un'anima perduta in quanto
a) sono atea (se fossi stata una cristiana, cioè "gente del libro" avrei avuto qualche chance di redenzione)
b) ho avuto più morosini con i quali non ho passato tutto il tempo a parlare di metereologia prima del matrimonio
c) non porto il velo, e ciò non mi rende degna del rispetto delle persone.
Molto bene.
Un po' incazzata ho cercato di spiegare che
a) non credo in Dio ma non per questo violo tutti i 10 comandamenti
b) l'amour c'est l'amour
c) gli uomini dovrebbero cominciare a contenere i loro ormoni anche se vedono un capello che scende sulla guancia di una soave fanciulla.
Mmh ma la mia vicina di banco, nonchè braccio destro di al qaeda da quel che ho capito, non si è degnata di ascoltare le mie repliche e non ha usato mezze misure per dirmi che io non credo in Dio ma nel momento in cui morirò e ci sarà Dio a giudicarmi saranno cazzi miei.
Moooolto bene.
Pensavo che la mia giornata non fosse finita una volta uscita dal cancello della scuola ma la vita ci riserva un sacco di sorprese.
Dopo 3 ore a Rixensart a non fare assolutamente niente perchè non c'era assolutamente niente da fare (tranne, ovviamente, giocare a biliardo) e dopo aver mangiato una TERRIBILE pasta scotta e insipida alla mensa del centro...salgo sul mio bel trenino della Vallonia...e vengo pervasa da un penetrante olezzo di cognac: un ubriaco è svenuto nel mio vagone.
Penso solo ad una parola: Yuppiduppidu
Arriva il capotreno, arriva l'addetto alla sicurezza...arriva l'ambulanza che viene a prendere Monsieur Alcolique alla stazione.
Per fortuna a casa mi aspettava un te caldo alla cannella preparato con tanto amore dalle mie coinquiline rumene (atee) ... Home sweet home
ah! Se non scrivo più sul blog...è perchè la Corte Suprema dell'Emirato Islamico di Bruxelles mi hanno fatto saltare in aria come i Buddha di Bamiyan...
giovedì 18 settembre 2008
la notte adesso scende con le sue mani fredde su di me ma che freddo fa ma che freddo fa
Clima artico, tecnologia opinabile... questa non è una sezione del blog: QUESTO E’ UN S.O.S!! Come si accende la stufa di rue Potagere 58???
Occhei, ho imparato ad accendere il boiler del bagno perdendo due dita in cancrena per lo sforzo di schiacciare quei minuscoli ma durissimi bottoncini e pigiandoli per 6h consecutive …ora sono al livello due: accendere il riscaldamento in cucina.
Roberta e io abbiamo premuto ininterrottamente qualsiasi cosa fosse schiacciabile sulla stufa per 20 minuti consecutivi ma rien à fair… se non avete più miei notizie… è perché ho fatto la stessa fine del protagonista di “into the wild”: intossicata dalla mensa di rixensart, congelata nel mio letto. R.I.P.
martedì 16 settembre 2008
Rifugiato politico
Oggi ho imparato cosa significa il termine rifugiato politico. Ho imparato quello che 3 anni di università, i giornali e i reportage non mi avevano mai insegnato.
Le mie orecchie hanno ascoltato (e ascolteranno) racconti dell’orrore che nemmeno l’immaginazione di Tarantino avrebbe potuto concepire.
Sono talmente piena di disgusto che non so nemmeno cosa pensare o dire o scrivere. Posso solo ascoltare e annuire e cercare di comprendere ma non posso perché la mia vita dorata non mi ha insegnato cos’è il terrore della morte. Oggi ho imparato cosa significa il termine rifugiato politico e mi sono sentita inutile.
lunedì 8 settembre 2008
Josh Hartnett non lava i panni a St. Josse
Primo giorno di “lavoro” a Rixensart. 40 minuti di treno per arrivare a Pleasantville (credo non esistano cittadine reali come Rixensart…non è altro che una ricostruzione minuziosa di una cittadina americaneggiante nel cuore di Cinecittà) 15 minuti di sentiero tutto dritto (è proprio Pleasantville!!) per arrivare al centro per domandeurs d’asile. Grazie Roberta per avermi accompagnata (il sodalizio Italia-Romania è inossidabile…soprattutto quando ci chiedono: da dove vieni? Romania! Ahiahiahai…e tu? Italia…oh la poubelle!! Eh già Italia, Romania, una faccia, una razza…oh…creerò un gruppo su feisbuc).
Mi accoglie Monsieur Henryk, l’addetto all’alfabetizzazione che conosce più o meno una trentina di lingue, mi presenta Sorina, l’addetta al servizio doposcuola, italo-rumena trapiantata in Belgio che odia la pioggia e le nuvole e rimpiange Padova. Mi spiegano che tutto deve essere tenuto sotto-chiave: ufficio, bagno, sala-giochi, refettorio, biblioteca, sala computer (mi chiedo: i residenti li stanno tenendo sotto-chiave?!? Ah no…è Ramadan, non vola una mosca).
Ricevo la mia forchetta, il mio coltello, il mio cucchiaio, la mia ciotola e la mia tazza. Breve (breve?! È grande quanto Cerese questo centro!) tour del centro…molte strette di mano…troppi baci sulla guancia!!
Sì sì sono io quella che sostituisce Julie e sto qui un anno. Vengo dall’Italia…sì, siamo pieni di rifiuti.
Breve bla bla con tutti (Hai già bevuto la birra belga? Ah sì anche io in Albania ho preso un virus intestinale! E cosette del genere…e infine: la mensa! Molto meglio di quanto mi avevano detto! Brava cuoca Maud!)
Pomeriggio all’insegna del biliardo: dato che i bimbi tornano alle tre da scuola Oualid per due ore ha cercato pazientemente di insegnarmi come colpire una palla da biliardo…con scarsi risultati…e sua enorme delusione…e una volta mi ha anche fatto vincere!!
Arrivano i bimbi…che giocano a biliardo o guardano la tv…poi un po’ di bricolage con Monsieur Bricolage (i bimbi lo chiamano così!).
La testa mi fuma: i maschi si chiamano Muhammad, Mohamed, Ahmed, Madou, Hisham, Achid, Hassan, Hosein e Hussein (trova le sette differenze tra questi nomi) e non ne azzecco uno…
Sorina se ne va verso la stazione (abita a Liège!!) io la seguo (se no mi perdo tra i meandri, gli anfratti e i corridoi du centre). Attendo 20 minuti il treno che arriva puntualissimo e quasi mi commuovo (ma allora sono veramente a Cinecittà e tutto è possibile!!) e dopo 40 minuti di viaggio durante i quali mi chiedo se quel bimbo si chiamava Hashim o Hisham arrivo à la Gare du Nord cioè dritta dritta nel quartiere a luci rosse di Bruxelles.
Tutto dritto e arrivo a casa, ficco in un sacco tutti i miei vestiti sporchi e mi precipito verso la lavanderia a gettoni dove non capisco assolutamente niente della macchinetta ma ci provo e ci riprovo e alla fine una signora impietosita si avvicina e mi spiega come funzionano i vari bottoni. Lavo, asciugo e torno a casa chiedendomi dov’è il Josh Hartnett di St. Josse (che in questo film si chiamerebbe Mohamed al Abdul)…passando dal mio fruttivendolo/pastaio/panettiere/macellaio/pescivendolo/giornalaio/elettricista di fiducia compro un ottimo succo al mango con sottotitoli in arabo ma mentre chiuso lo sportello del frigo faccio cadere le lattine di coca sulle bottiglie di vetro d’acqua causando un evidente moto d’ira nel fruttivendolo/pastaio/panettiere/macellaio/pescivendolo/giornalaio/elettricista di fiducia che mi saluta con un au revoir affatto amichevole.
Et voilà.
venerdì 5 settembre 2008
Arrivederci Italia, ciao
...e poi eccomi catapultata in Belgio... (dopo un simpatico viaggio di 1 ora e 50 minuti di pura turbolenza... altro che BelleAir Tirana-Verona...).
All'areoporto sono venute prendermi Andreea e Julie le mie nuove coinquiline alte piu' di un metro e ottanta l'una... e mi sono sentita piccola piccola... sia per gli ovvi motivi di differenza d'altezza... sia perche' credo fosse dalla prima liceo che mi trovavo in un posto totalmente estraneo e totalmente sola...
Sob Sob
Sob Sob?? Come dicono babbo e mamma...hai voluto la bicicletta?? mo' pedali tze!!
e ho cominciato a pedalare...
...giretto perlustrativo del quartiere (turco, ma veramente turco)
...aperitivo socializzatore a base di birretta leggera leggera...di 9 gradi
...2-3 carezze alla mia nuova coinquilina inaspettata (e inizialmente poco gradita) Sasha... un cane!!
VIVO CON UN CANE?!?!?!?!
E oggi... rendez-vous con la burocrazia belga...quasi piacevole!! Gente sorridente allo sportello!! Che mi ha ripetuto otto volte la stessa cosa...dato che il mio francese e' ancora in un torpore vegetativo imbarazzante...
Da Brussels e' tutto; arrivederci.
mercoledì 3 settembre 2008
Mamma mia dammi cento lire che in Belgio voglio andar!
chi è partito prima di me mi ha detto che la notte prima ci si chiede "ma chi me l'ha fatto fare?!"
...ogni tanto questa domanda me la sono fatta (soprattutto quando non riuscivo a chiudere la valigia XXL che ora pesa il triplo dei kg consentiti sui voli alitalia e che domani al check-in mi costerà tutto lo stipendio guadagnato sudando alla zanzara) ma la voglia di andarsene è troppo forte per non poter obbedire ai suoi ordini...
e allora via, proviamo questo EVS e iniziamo persino un blog, mi sono detta...
Da domani la vostra corrispondente Tze scriverà da Brussels, Belgio.
Per ora da San Cataldo è tutto, vi aggiorniamo nelle prossime edizioni.
