Primo giorno di “lavoro” a Rixensart. 40 minuti di treno per arrivare a Pleasantville (credo non esistano cittadine reali come Rixensart…non è altro che una ricostruzione minuziosa di una cittadina americaneggiante nel cuore di Cinecittà) 15 minuti di sentiero tutto dritto (è proprio Pleasantville!!) per arrivare al centro per domandeurs d’asile. Grazie Roberta per avermi accompagnata (il sodalizio Italia-Romania è inossidabile…soprattutto quando ci chiedono: da dove vieni? Romania! Ahiahiahai…e tu? Italia…oh la poubelle!! Eh già Italia, Romania, una faccia, una razza…oh…creerò un gruppo su feisbuc).
Mi accoglie Monsieur Henryk, l’addetto all’alfabetizzazione che conosce più o meno una trentina di lingue, mi presenta Sorina, l’addetta al servizio doposcuola, italo-rumena trapiantata in Belgio che odia la pioggia e le nuvole e rimpiange Padova. Mi spiegano che tutto deve essere tenuto sotto-chiave: ufficio, bagno, sala-giochi, refettorio, biblioteca, sala computer (mi chiedo: i residenti li stanno tenendo sotto-chiave?!? Ah no…è Ramadan, non vola una mosca).
Ricevo la mia forchetta, il mio coltello, il mio cucchiaio, la mia ciotola e la mia tazza. Breve (breve?! È grande quanto Cerese questo centro!) tour del centro…molte strette di mano…troppi baci sulla guancia!!
Sì sì sono io quella che sostituisce Julie e sto qui un anno. Vengo dall’Italia…sì, siamo pieni di rifiuti.
Breve bla bla con tutti (Hai già bevuto la birra belga? Ah sì anche io in Albania ho preso un virus intestinale! E cosette del genere…e infine: la mensa! Molto meglio di quanto mi avevano detto! Brava cuoca Maud!)
Pomeriggio all’insegna del biliardo: dato che i bimbi tornano alle tre da scuola Oualid per due ore ha cercato pazientemente di insegnarmi come colpire una palla da biliardo…con scarsi risultati…e sua enorme delusione…e una volta mi ha anche fatto vincere!!
Arrivano i bimbi…che giocano a biliardo o guardano la tv…poi un po’ di bricolage con Monsieur Bricolage (i bimbi lo chiamano così!).
La testa mi fuma: i maschi si chiamano Muhammad, Mohamed, Ahmed, Madou, Hisham, Achid, Hassan, Hosein e Hussein (trova le sette differenze tra questi nomi) e non ne azzecco uno…
Sorina se ne va verso la stazione (abita a Liège!!) io la seguo (se no mi perdo tra i meandri, gli anfratti e i corridoi du centre). Attendo 20 minuti il treno che arriva puntualissimo e quasi mi commuovo (ma allora sono veramente a Cinecittà e tutto è possibile!!) e dopo 40 minuti di viaggio durante i quali mi chiedo se quel bimbo si chiamava Hashim o Hisham arrivo à la Gare du Nord cioè dritta dritta nel quartiere a luci rosse di Bruxelles.
Tutto dritto e arrivo a casa, ficco in un sacco tutti i miei vestiti sporchi e mi precipito verso la lavanderia a gettoni dove non capisco assolutamente niente della macchinetta ma ci provo e ci riprovo e alla fine una signora impietosita si avvicina e mi spiega come funzionano i vari bottoni. Lavo, asciugo e torno a casa chiedendomi dov’è il Josh Hartnett di St. Josse (che in questo film si chiamerebbe Mohamed al Abdul)…passando dal mio fruttivendolo/pastaio/panettiere/macellaio/pescivendolo/giornalaio/elettricista di fiducia compro un ottimo succo al mango con sottotitoli in arabo ma mentre chiuso lo sportello del frigo faccio cadere le lattine di coca sulle bottiglie di vetro d’acqua causando un evidente moto d’ira nel fruttivendolo/pastaio/panettiere/macellaio/pescivendolo/giornalaio/elettricista di fiducia che mi saluta con un au revoir affatto amichevole.
Et voilà.

Nessun commento:
Posta un commento