sabato 25 ottobre 2008

Una kriek tira l'altra....

Al centro ho stretto amicizia con un residente: Oualid. E' algerino, ha 31 anni (di cui 5 passati in carcere, di cui 3 in cella d'isolamento a causa del suo credo religioso e politico). Lunedì mi ha chiamata è mi ha detto: j'ai reçu le positif!! (cioè il Belgio lo ha riconosciuto come rifugiato politico).
Uau...
Al centro grande clima di festa, tutti in cerchio a pianificare il futuro di Oualid che ora comincia a cercarsi una casa, un lavoro...insomma, può costruirsi una vera vita. ...finchè non si avvicina Burim (20 anni, kosovaro albanese)...in silenzio, triste. Lui no, lui ha ricevuto "le negatif" dopo un anno passato ad aspettare...aspettare...e aspettare.
Ieri Burim, io e altri residenti di Rixensart siamo andati ad un concerto. Durante la pausa lui mi guarda con due grandi occhi neri e mi chiede: non hai qualche amica belga che vuole sposarmi? Istantaneamente cominciamo a ridere ma subito ci fermiamo, sappiamo tutti e due che non era una battuta ma la voce dell'amarezza e della disperazione.
Ho invitato un po' di gente a cena da me stasera: oggi pomeriggio Elva e Cecilia, laboriose, hanno cucinato: un piatto tipico peruviano a base di patate e aglio (ah...che bontà), una salsa a base di verdure per accompagnare il pane marocchino, la pasta "cipolla e formaggio"...c'era un clima tutto bolognese stile via delle Casse 4 (peccato che non c'erano le mie coinquiline...fedeli compagne di vita e di viaggio...). Vediamo se la serata sarà un successo e se i rinomati Cecilia's parties potranno essere esportati anche en Belgique...(intanto...un bagno piccolo c'è).
(chiedo venia per i riferimenti bolognesi...ma sono stata colta da un momento di nostalgia...).
Perle di saggezza. Tony, 5 anni: non ci si può buttare giù dalla finestra, altrimenti si rischia di cadere sulle persone che si trovano sotto quella finestra.
A tantot...


domenica 5 ottobre 2008

Un mese, nessun rimpianto, centomila volti (di centomila colori)

Davanti a un foglio (elettronico…sigh) bianco…scappano le parole che si susseguono nella mia testa…

In queste settimane ho sperimentato lo spettro completo delle emozioni umane…

Il bilancio del mio primo lungo mese a Bruxelles è positivo. Ma che fatica.

Oggi ho salutato HCB (Happy Center Boy) e suo fratello: se ne vanno in Giordania. Così i miei amici se ne vanno. Abbiamo deciso di non dirci addio ma il loro au revoir mazmazel era una bugia: sappiamo che non ci vedremo mai più…non resta che frugare tra gli angoli della memoria per ridere un po’ delle nostre cazzate (tipo: ci hanno chiuso nella metro perché dopo l’ultimo treno non siamo usciti dalla stazione…e abbiamo dovuto chiamare Monsieur Metro all’una di notte per farci liberare…).

In questo mese non sono mancate delle Ceciliate: mercoledì ho ricevuto il primo incarico importante al centro, cioè accogliere 2 stagisti alle h11 e mostrare loro il centro e i vari servizi…ebbene: Cecilia ansiosa si è presentata sul binario 7 della Gare du Nord alle h9.30 (il treno è alle ore 10.52)…attendo…attendo…arriva il treno: salgo; nel mentre cambiano il tabellone elettronico e parte un annuncio vocale: quel treno non va a Rixensart!! Ehm…MA CHI CAPISCE GLI ANNUNCI VOCALI?? Si chiudono le porte…il treno parte…e leggo distrattamente la direzione: Leuven…nella mia testa congelata si accende una lampadina (troppo tardi)…Leuven????? Non è la mia direzione #%&!§ Scendo alla prima stazione: Schaarbeek (leggi: il Bronx). La stazione è deserta, l’annuncio vocale guasto, nessun tabellone elettronico, orari scarabocchiati…in quel momento avrei voluto piangere. Ma alla fine me la sono cavata (e, ovviamente, sono arrivata in ritardo al mio primo incarico uffciale).

Intanto continua l’emergenza freddo in rue Ptagere 58…mentre scrivo in cucina ho acceso 3 fornelli per scaldare la stanza.